Autore: Massimo Pozzo Gruppo Speleologico Valle Imagna Dati catastali: LoBg. 3850 Provincia Bergamo Comune. Brumano Località: Valle Alaska Cartografia: CTR 1: 10000 B4e4 Quota: 980m Dislivello: 155 (-146: +9) Sviluppo reale: 1701 m |
Ubicazione dell’ingresso Arrivati a Brumano, ultimo comune della Vale Imagna, salire ancora per la strada che conduce a Fuipiano. Si supera una valletta a sinistra, e poi al primo tornante, parcheggiare le macchine e imboccare il sentiero a lato del guard-rail. Superata la Val del Tetto, sempre lungo il sentiero di Q. 980 m si incontra un’altra Valletta da noi denominata Vall’Alaska nella quale, dopo pochi metri a monte, si nota l’evidente scavo che da accesso alla cavità. Storia Esplorativa Scoperta nel 1997, dai soci dello S.C.O. Orobico, (per merito di una ragnatela che si muoveva davanti misero pertugio) cioè i soliti della Erba Team, dopo la disostruzione, accedono ala prima parte, ampia e verticale in seguito ad un tratto angusto. Successivamente viene forzato un lungo meandro (Budino), che ha dato accesso a oltre un chilometro di grandi gallerie freatiche terminanti in sifoni (due a valle, uno a monte), Nonostante i tentativi di immersione due sifoni più alti, da parte di G. Guidotti e Luigi Casati, la cavità al momento non riserva immediate novità esplorative. Importantissimo l’esito del tracciamento che ha dato unitarietà al sistema, collegandola ideologicamente con il versante di Morterone. Descrizione: Alaska può essere suddivisa in tre parti, la prima, verticale, riguarda l’ingresso (Q. 980 m.) la serie di pozzi in grossi ambienti, che portano a -55 m di profondità. In questa , zona a diverse altezze ci sono nuove diramazioni come “L’Amonte” e “Pasquale”, la seconda parte è orizzontale ma stretta, del “Meandro Budino” lungo 160 metri e molto tedioso da percorrere, la terza è la più grandiosa e sviluppata: imponenti gallerie freatiche, di chiara origine singenetica, da un minimo di 3x4 m di “Urla Pazze” ai 12x7 m della “Vendetta” si insinuano nella montagna per oltre 1000 metri, terminando in sifoni, o frane, per ora insuperabili, Conclusioni e prospettive: Il ritrovamento di un corso d’acqua interno, con portate anche considerevoli, ha permesso di effettuare le ormai famose prove con tracciante, dando una svolta a tutta la metodologia di ricerca in zona, collegata ora ideologicamente al versante opposto. Lo sviluppo reale di 1.701 metri e la morfologia interna, conferma la presenza di un sistema carsico, interessato da oscillazioni di falda che superano i 50 metri di dislivello, in tubi freatici di dimensioni superiori ai 10 metri di diametro. Il collegamento con il versante opposto apre prospettive esplorative chilometriche e ultra decennali. Importante sarà trovare un by-pass. che riaccenda le speranze di passaggio dei sifoni.
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